L’Analisi costi-benefici sul Tav è stata resa pubblica, insieme alla Relazione tecnico-giuridica: sulle penali ci vuole un fact checking preciso«Poiché gli appalti in essere sono marginali – spiega la senatrice Elisa Pirro del Movimento 5 stelle – le eventuali penali derivanti dallo scioglimento degli stessi sono irrisorie, quindi è ancora più facile dire no al Tav e al suo progetto. Con i soldi del Tav si possono fare opere di gran lunga più utili come la linea 2 della metropolitana di Torino, la linea ferroviaria metropolitana SFM5, riaprire 13 linee ferroviarie chiuse, oltre al raddoppio della Pinerolo-Torino e il completamento dell’autostrada Asti-Cuneo».
Penali, verifichiamo i fatti
Facciamo un po’ di fact-checking sulla questione delle penali: la Relazione tecnico-giuridica sulla linea Torino-Lione distingue il tipo di penali. Ansa, alle ore 12,19 di oggi 12 febbraio 2019 ha lanciato una notizia di agenzia ribattuta da molti quotidiani il cui titolo recita: “Tav: analisi giuridica, rischio massimo di 4,2 miliardi di penali“.
Lavori eseguiti
La cifra di 4,2 miliardi di risarcimenti prevede infatti che siano stati firmati tutti i contratti di servizi ingegneria e lavori. Su tutto il resto dei lavori da affidare per 3,972 miliardi di euro, non è stata nemmeno lanciata una gara d’appalto. Non ci sono quindi riscontri di alcun tipo sulle penali relative a questi 3,972 miliardi, semmai il calcolo andrebbe fatto sui lavori realmente appaltati.
Il dato, tratto dalla Relazione tecnico-giuridica sulla linea Torino-Lione è riferito alla peggiore delle ipotesi, ma non tiene conto dello stato dei fatti: a oggi risultano in esecuzione soltanto 164 milioni di euro di lavori preparatori su un totale di 9,6 miliardi di euro. Sono stati appaltati altri 961 milioni di euro per lavori accessori legati allo scavo del tunnel ma non ancora realizzati, per un totale di 1,125 miliardi di euro. In caso di interruzione la stima massima delle eventuali penali ammonterebbe quindi a 338 milioni di euro, considerando il 30% di penale.
Violazione degli accordi
Si parla poi di una penalità di di 81 milioni di euro, prevista nei confronti della Comunità europea in caso di frode nell’utilizzo dei fondi. Poiché Telt, Tunnel euralpin Lyon Turin sas, la società che deve costruire il tunnel di base italiano, non ha violato gli accordi, utilizzando i fondi per altri fini, questo tipo di penale non ha alcun motivo di essere applicata.
E la Francia?
Sulla restituzione alla Francia, in base agli accordi internazionali ratificati, in nessun punto è previsto che sia necessaria alcuna restituzione. Se proprio ci dovesse essere, in caso di contenzioso, l’Italia sarebbe semmai nella posizione di chiedere alla Francia restituzioni e rimborsi, poiché la Francia ha preso decisioni unilaterali senza consultare lo Stato italiano. Per esempio rispetto al rinvio al 2038 della realizzazione del tunnel di base. Anche in questo caso è irrealistico che i 400 milioni ipotizzati siano conteggiati tra le penali. L’ultimo punto parla di obiezioni da parte della Francia, che potrebbe dirci in sostanza: se tu rinunci, anch’io perdo i miei contributi. Se valesse questo principio, anche l’Italia potrebbe chiedere indietro i contributi. Nessuno di questi importi è realistico e la cifra complessiva si approssima quindi a zero.
Restituzioni all’Europa
Altro capitolo, quello delle restituzioni all’Europa. La prassi di qualunque progetto europeo prevede una rendicondazione a progetto finito. A oggi sul tavolo ci sono impegni politici, non avallati da impegni amministrativi. Nessuno può permettersi di dire all’Italia di restituire quei fondi, poiché non ci sono riscontri nella prassi dei progetti europei.
Scarica l’analisi costi-benefici
Scarica la Relazione tecnico-giuridica sulla linea Torino-Lione
+++ AGGIORNAMENTO +++
+++Tav: Mit corregge, penale stop contratti 130-400 mln +++
Ministero, analisi giuridica contiene errore materiale
(ANSA) – ROMA, 12 FEB – La percentuale tra 10 e 30% prevista a titolo di risarcimento per lo scioglimento dei contratti non va parametrata sul costo totale dell’opera ma sui contratti effettivamente in essere al momento, cioè su circa 1,3 miliardi: il conto finale per questa voce si aggirerebbe tra i 130 e i 400 milioni. E’ quanto precisa il ministero delle Infrastrutture e Trasporti secondo il quale nelle conclusioni dell’analisi giuridica “è presente un errore materiale macroscopico che determina un eventuale costo di uscita dall’opera abnorme rispetto alla realtà”. (ANSA).