Vaccini: garantire la diffusione nei Paesi poveri

Occorre un Green pass con sierologico come in altri Paesi Ue e dobbiamo consentire un’equa diffusione di medicinali e vaccini tra Paesi, soprattutto a favore di quelli economicamente più svantaggiati 

«Per favorire e garantire l’approvvigionamento di dosi a Paesi in cui la campagna vaccinale stenta a decollare il Movimento Cinque Stelle ha portato avanti la proposta, trasformata poi in un emendamento al Decreto Recovery, che prevede, in caso di emergenza sanitaria, l’obbligo temporaneo per i possessori di un brevetto su vaccini o medicinali, considerati essenziali per la salute, a concederne la licenza ad altri soggetti. Lo scopo dell’introduzione di tale licenza obbligatoria è stato ed è senza dubbio quello di garantire un’equa diffusione di medicinali e vaccini tra Paesi, soprattutto a favore di quelli economicamente più svantaggiati». L’ho dichiarato intervenendo oggi 20 ottobre in Senato dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi, in vista del Consiglio europeo.

Il testo dell’intervento

Grazie Presidente,
Gentile Presidente del Consiglio,
Gentili colleghe e colleghi,
Parto dalla seconda parte del suo discorso Signor Presidente, tornerò dopo sulla parte sanitaria, lei ha sottolineato l’importanza dell’intervento dello stato per potenziare o addirittura far nascere i processi di transizione ecologica e digitale, ma a nostro avviso, anche altri settori dell’economia necessitano di interventi pubblici per creare ricchezza, posti di lavoro, e intere filiere produttive e, a questo proposito speriamo che si possa presto liberare di un pregiudizio antistorico ed antieconomico secondo cui l’intervento dello stato è distorsivo del mercato e/o non efficiente. Al contrario se portato avanti nella maniera giusta è motore di progresso e di sviluppo, come sta dimostrando la misura da noi fortemente voluta del superbonus 110%.
E in proposito Lei ha fatto riferimento all’aumento del costo di alcune materie prime… questo è avvenuto particolarmente nel campo dell’edilizia e probabilmente a causa di un orizzonte limitato temporalmente del 110%. Se fosse stato prorogato quando il Movimento 5 Stelle lo ha chiesto questo avrebbe consentito una migliore programmazione e conseguentemente nessuno o minori aumenti dei prezzi, che invece purtroppo registriamo.
Riguardo la transizione digitale, l’obiettivo è che insieme all’Europa tutta si consolidi la sovranità digitale europea e in questo settore primario dell’economia si creino tanti posti di lavoro.
Il settore del digitale è un settore che può svilupparsi e rafforzarsi solo se si investe pesantemente sulla formazione di elevate professionalità e specializzazione in un numero molto superiore all’attuale.
Questo significa programmare fin dalla scuola primaria lo sviluppo delle competenze matematiche e scientifiche, integrate nei nostri valori tradizionali umanistici ed etici, con l’obiettivo di precorrere i tempi per l’acquisizione di quelle competenze che sono fondamentali per realizzare la trasformazione digitale nel ruolo di protagonisti e non di mera merce. Per questo servono insegnanti preparati e qualificati. Occorre investire su di loro.
Purtroppo quando lei ha elencato le quattro aree prioritarie per gli obiettivi digitali: infrastrutture digitali sicure, efficienti e sostenibili; trasformazione digitale delle imprese; digitalizzazione dei servizi pubblici e la formazione di competenze digitali, il tema delle competenze e del capitale umano l’ha messo all’ultimo posto. Vorremmo che fosse al primo, anche perché è proprio qui che siamo più deboli, all’ultimo posto su 28 paesi UE secondo l’indice DESI.
Sul tema della cyber security siamo molto soddisfatti per l’istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. È una presenza fondamentale per la difesa dei nostri asset strategici siano essi pubblici che delle nostre aziende private. Abbiamo investito per reclutare nell’agenzia i migliori professionisti e in quantità sufficiente a svolgere il ruolo a loro affidato. Chiediamo d’altra parte che anche i cittadini vengano tutelati quando si tratta di gestione dei dati personali. L’autority italiana di garanzia sul trattamento dei dati personali, l’ufficio del Garante per la Privacy, è ancora troppo sottodimensionato e per questo motivo non può svolgere quel ruolo di difesa degli interessi nazionali, come ad esempio svolge l’omologa authority in Germania. Si deve evitare di attribuire alla privacy l’incapacità delle aziende e specialmente della pubblica amministrazione di compiere quella trasformazione digitale che è necessaria e quantomai urgente. Anche qui è un problema di capitale umano. Formiamo meglio, mettiamo le giuste professionalità nei posti giusti affinché la transizione avvenga, senza compromettere i diritti fondamentali delle persone, della nostra intera popolazione e senza comprimere la democrazia. Abbiamo la necessità di investire risorse e potenziare l’ufficio del Garante per la Privacy e le corrispondenti figure nelle aziende e nella pubblica amministrazione.
Bene puntare sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale e sulla produzione di semiconduttori, sosteniamo fortemente queste due direzioni, ma proprio per raggiungere l’obiettivo occorre preparare quel capitale umano, ben formato con una adeguata istruzione che va programmata e acquisita in tutto l’arco della formazione dei nostri bambini e dei nostri giovani. Ci aspettiamo pertanto investimenti nei laboratori scolastici e nella formazione degli insegnanti.
Riguardo la transizione digitale, l’obiettivo è che insieme all’Europa tutta si consolidi la sovranità digitale europea e in questo settore primario dell’economia si creino tanti posti di lavoro.
Il settore del digitale è un settore che può svilupparsi e rafforzarsi solo se si investe pesantemente sulla formazione di elevate professionalità e specializzazione in un numero molto superiore all’attuale.
Questo significa programmare fin dalla scuola primaria lo sviluppo delle competenze matematiche e scientifiche, integrate nei nostri valori tradizionali umanistici ed etici, con l’obiettivo di precorrere i tempi per l’acquisizione di quelle competenze che sono fondamentali per realizzare la trasformazione digitale nel ruolo di protagonisti e non di mera merce. Per questo servono insegnanti preparati e qualificati. Occorre investire su di loro.
Purtroppo quando lei ha elencato le quattro aree prioritarie per gli obiettivi digitali: infrastrutture digitali sicure, efficienti e sostenibili; trasformazione digitale delle imprese; digitalizzazione dei servizi pubblici e la formazione di competenze digitali, il tema delle competenze e del capitale umano l’ha messo all’ultimo posto. Vorremmo che fosse al primo, anche perché è proprio qui se siamo più deboli, all’ultimo posto su 28 paesi UE secondo l’indice DESI.
Sul tema della cyber security siamo molto soddisfatti per l’istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. È una presenza fondamentale per la difesa dei nostri asset strategici siano essi pubblici che delle nostre aziende private. Abbiamo investito per reclutare nell’agenzia i migliori professionisti e in quantità sufficiente a svolgere il ruolo a loro affidato. Chiediamo d’altra parte che anche i cittadini vengano tutelati quando si tratta di gestione dei dati personali. L’autority italiana di garanzia sul trattamento dei dati personali, l’ufficio del Garante per la Privacy, è ancora troppo sottodimensionato e per questo motivo non può svolgere quel ruolo di difesa degli interessi nazionali, come ad esempio svolge l’omologa authority in Germania. Abbiamo la necessità di investire risorse e potenziare l’ufficio del Garante per la Privacy.
Bene puntare sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale e sulla produzione di semiconduttori, sosteniamo fortemente queste due direzioni, ma proprio per raggiungere l’obiettivo occorre preparare quel capitale umano, ben formato con una adeguata istruzione che va programmata e acquisita in tutto l’arco della formazione dei nostri bambini e dei nostri giovani. Ci aspettiamo pertanto investimenti nei laboratori scolastici e nella formazione degli insegnanti.

Tornando alla parte iniziale del suo intervento, il prossimo Consiglio europeo avrà tra i punti all’ordine del giorno la situazione epidemiologica e vaccinale, gli insegnamenti tratti dalle strategie di vaccinazione, discutendo degli sforzi di coordinamento e preparazione in risposta all’emergenza pandemica e della necessità di garantire a tutti e indistintamente l’accesso ai vaccini.
Punti che vedono il nostro Paese ancora una volta andare nella giusta direzione grazie alle misure coraggiosamente adottate.
In primis, una virtuosa campagna vaccinale ha dimostrato non solo un’ampia risposta da parte dei cittadini, 81,55 % della popolazione over 12 vaccinata alla data odierna, ma anche una sicura e incontestabile efficacia dei vaccini approvati dall’Ema e dall’Agenzia Italiana del Farmaco.
Non solo. La misura del Green Pass, voluta anche dal Movimento Cinque Stelle, e il recente ampliamento dei luoghi nei quali è obbligatorio esibire la Certificazione Verde, con particolare riferimento ai luoghi di lavoro sia pubblici che privati, ha permesso e permetterà, come speriamo, un costante calo dei contagi a dimostrazione, occorre ribadirlo ancora, dell’efficacia dei vaccini e di un’efficiente e prudente gestione dell’emergenza epidemiologica.
Ciò soprattutto in relazione ai dati di altri paesi europei, come il Regno Unito, che certamente differiscono dai nostri, non solo per l’aumento dei contagi ma anche per l’allentamento delle restrizioni istituite per arginare la crisi pandemica. Quanto esposto però, secondo il Movimento Cinque Stelle, non può prescindere da alcune modifiche: dal calmierare il prezzo dei tamponi c.d. antigienici fino, qualora la situazione epidemiologica continuasse a migliorare, a rimodulare le misure di prevenzione attualmente vigenti.
Ma non solo.
Non possiamo più rinviare l’adozione dei test sierologici che misurino gli anticorpi neutralizzanti Anti Sars Cov 2 allo scopo di ottenere il Green Pass o l’esenzione dallo stesso, come, del resto, stanno già facendo in altri Paesi europei, come ad esempio in Austria dove si ottiene il Green Pass, con validità di 90 giorni, sottoponendosi a un test sierologico che risulti positivo.
Se adottassimo anche noi lo stesso criterio, risolveremmo anche il problema di tutti quei soggetti che si sono vaccinati con vaccini non autorizzati dall’ EMA senza bisogno di ulteriori provvedimenti.
Inoltre, riteniamo inevitabili percorsi mirati di screening sierologico anche con lo scopo di verificare le categorie e i soggetti che davvero necessitino della terza dose di vaccino (soggetti vulnerabili a parte) per favorire e garantire l’approvvigionamento di dosi a Paesi in cui la campagna vaccinale stenta a decollare.
Per giungere a questo scopo, il Movimento Cinque Stelle ha portato avanti la proposta, trasformata poi in un emendamento al Decreto Recovery, che prevede, in caso di emergenza sanitaria, l’obbligo temporaneo per i possessori di un brevetto su vaccini o medicinali, considerati essenziali per la salute, a concederne la licenza ad altri soggetti. Lo scopo dell’introduzione di tale licenza obbligatoria è stato ed è senza dubbio quello di garantire un’equa diffusione di medicinali e vaccini tra Paesi, soprattutto a favore di quelli economicamente più svantaggiati.
Pertanto Presidente, la invito a portare queste istanze al Consiglio europeo poiché, se ci lasciamo guidare dalla scienza e dalla ragionevolezza delle misure, potremo anche arginare le proteste in corso e abbassare il livello di tensione sociale.


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