Il Senato ha approvato la Legge di Bilancio con 166 sì e 122 no. Il mio intervento in aula di oggi 16 dicembre 2019
Grazie Presidente. Colleghe e colleghi,
vorrei innanzitutto ringraziare tutti i colleghi della commissione bilancio del Movimento 5 Stelle e degli altri gruppi e i funzionari per il grande lavoro svolto.
Siamo finalmente giunti al voto di questa Legge di Bilancio. Poco più di tre mesi fa sembrava difficile a molti di noi poter giungere a questo traguardo. Non mi dilungherò molto sui contenuti della Manovra, che è stata già illustrata nei dettagli dai miei colleghi negli interventi precedenti. Vorrei soffermarmi invece sul come siamo giunti qui.
Si preannunciava come una Manovra di emergenza, nata fondamentalmente per scongiurare l’aumento dell’Iva, caratterizzata quindi più da qualcosa da non fare. In realtà oggi si rivela come una Legge di Bilancio che finalmente guarda al futuro, alle nuove generazioni.
Con questa manovra, colleghi, diamo un contributo fondamentale, direi quasi una “forma”, all’agenda europea in tema di ambiente. Nella Legge di Bilancio lanciamo un ambizioso piano di investimenti per l’ambiente e l’innovazione. Si parte dai 10 miliardi di investimenti nel triennio, che nell’arco dei prossimi 15 anni saliranno a 59 miliardi, comprese risorse già stanziate, per puntare sempre più convintamente a realizzare un ecosistema sociale, economico e ambientale. Un ecosistema fatto di innovazione, stimolo ed entusiasmo, soprattutto per tutti i nostri giovani che vogliono scommettere sui loro talenti e sulla loro creatività.
All’interno di questa Manovra, l’ambiente e l’innovazione sono intimamente connessi. Grazie al lavoro parlamentare, per esempio, è stato allargato il perimetro dei benefici del piano Industria 4.0. Per prima cosa è stata favorita la trasformazione delle attuali agevolazioni in credito d’imposta, meccanismo più facilmente fruibile. Inoltre, anche in virtù di questa trasformazione, andiamo a coinvolgere in Industria 4.0 anche le piccole e medie imprese, finora restate ai margini del pacchetto. Questo permetterà un’estensione del 40% della platea dei beneficiari della stessa.
Inoltre, nello stesso contesto, abbiamo introdotto un nuovissimo credito di imposta green, per aiutare le imprese a portare avanti progetti di economia circolare e decarbonizzazione.
Mi piace inoltre ricordare che, pur in questo nuovo perimetro, Industria 4.0 è un pacchetto di agevolazioni che vale 7 miliardi di euro l’anno. Altro che manovra contro le imprese! Un segnale, quindi, importante per tutto il mondo delle imprese e del lavoro. In una parola parliamo di fatti, investimenti, vite e non delle solite chiacchiere da spiaggia, con la solita propaganda da sottoscala.
Tutto questo, colleghi, si inserisce in una linea di continuità con quanto fatto, nella scorsa Manovra, su fondamentale impulso del MoVimento 5 Stelle, con il lancio del Fondo nazionale di innovazione, che proprio in questi giorni sta muovendo i primi passi. Secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio passata, il Fondo, sotto la regia della Cassa Depositi e Prestiti, dispone di una dotazione finanziaria iniziale di un miliardo di euro, per investimenti diretti e indiretti per acquisire partecipazioni azionarie all’interno di startup e piccole e medie imprese presenti sul territorio nazionale.
Insomma, ambiente e innovazione oggi hanno a disposizione un ampio ventaglio di misure di sostegno. E questo, per il MoVimento 5 Stelle, è un motivo di profondo orgoglio!!!
Presidente, colleghi. È stato duro arrivare fin qui, non è stato semplice per un Governo nato da poco tempo scrivere una Legge di Bilancio e lo è ancora meno se il Governo è formato da forze politiche che non hanno mai lavorato insieme e si sono avversate fino a poco prima. Eppure… eppure con il dialogo e il confronto ce l’abbiamo fatta.
E il Senato ha fatto la sua parte, sono state apportate modifiche importanti al testo proposto dal Governo, sia per le ragioni appena dette sia perché è proprio questo il ruolo del parlamento. Ma la filosofia su cui si fonda la Manovra non ne è risultata minimamente inficiata.
Ne è derivata così una Legge di Bilancio che fornisce segnali indispensabili al contrasto al dissesto idrogeologico (non solo con interventi pratici ma attraverso il finanziamento di uno strumento di supporto per la prevenzione, ovvero la carta geologica nazionale, che tanto stava a cuore al nostro caro collega Franco Ortolani). La Legge di Bilancio aumenta il fondo per le non autosufficienze; incrementa il fondo per il diritto allo studio universitario; aumenta i finanziamenti del fondo affitti; equipara gli stipendi dei vigili del fuoco a quelli delle forze dell’ordine; riduce i sussidi ambientalmente dannosi; aumenta le borse di studio per i medici specializzandi; contrasta la violenza di genere; incentiva i lavoratori che rilevano la propria azienda in caso di crisi. Anche qui fatti concreti, non propaganda da spiaggia.
Da ultimo, Presidente, vorrei intervenire sulla bufala per eccellenza, ovvero quella di una Manovra che aumenta le tasse. Purtroppo leggere le carte è un’attività impegnativa, a maggior ragione per coloro che sono abituati a confezionare poche righe di fake news per i social.
Peccato, perché la lettura dei documenti agevolerebbe la comprensione di alcuni punti fermi: la Manovra non aumenta le tasse rispetto al 2019, visto che la pressione fiscale resta allo stesso livello, ovvero al 41,9% del Pil. Ma riduciamo di 3 miliardi il cuneo fiscale sui lavoratori dipendenti. E soprattutto diminuisce la pressione fiscale rispetto al cosiddetto tendenziale, ovvero il livello del 42,7% al quale sarebbe arrivata se non fossimo intervenuti con questa Legge di Bilancio.
La cancellazione dell’aumento dell’Iva da 23 miliardi ha avuto un effetto fondamentale, come è stato più volte ricordato. Ma qui voglio sottolineare come non fosse un’operazione affatto facile e scontata. Non tutti i Governi, infatti, in passato hanno avuto il coraggio e le capacità di evitare l’aumento dell’Iva.
Il primo incremento dell’Iva dopo i diktat dell’Unione europea, per esempio, è scattato nell’agosto del 2011, con il passaggio dell’aliquota dal 20 al 21% e una stangata per gli italiani da 4,5 miliardi di euro. Quella decisione venne approvata dal quarto Governo Berlusconi, con dentro la Lega. La stessa Lega che, sempre all’interno del Governo Berlusconi, nel maggio del 2011 diede il via libera allo Statuto del Mes, il famoso meccanismo europeo di stabilità su cui abbiamo dibattuto in quest’aula la scorsa settimana. Il secondo aumento dell’Iva, dal 21 al 22%, sempre approvato dal Governo Berlusconi, non fu sterilizzato, come invece facciamo noi, dall’allora Governo Letta, appoggiato da Forza Italia, con un’ulteriore stangata da 4,2 miliardi a carico degli italiani.
Sia chiaro: noi non stanghiamo gli italiani, altri invece lo hanno già fatto e lo hanno fatto ripetutamente.
Perché si fa presto definirsi antitasse e sovranisti, facendo poi l’esatto contrario. Mentre è molto più difficile abbassare davvero le tasse, e rappresentare veramente gli interessi italiani qui ed in Europa.
In conclusione, colleghi, penso che come me molti di voi sono qui per cambiare finalmente questo paese, da donna, da mamma dico che lo sto facendo, lo stiamo facendo per il futuro dei miei… dei nostri figli.
E, proprio perché questa è una manovra che guarda al futuro, alle nuove generazioni, il gruppo Movimento 5 Stelle voterà convintamente a favore della fiducia sulla Legge di Bilancio.