I malati Covid-19 devono essere assistiti nel migliore dei modi già nelle loro case, perché solo intervenendo in tempo e nel modo più giusto riusciremo a diminuire i ricoveri e scongiurare il peggioramento della malattia: la mia mozione di oggi in Senato
Grazie presidente
Colleghe e colleghi
L’ultimo anno ha cambiato le nostre vite per sempre, e ha cambiato il nostro modo di guardare al Sistema sanitario nazionale. Sono entrati in uso comune termini che mai avremmo immaginato di conoscere, sappiamo tutto di test antigenici, molecolari, indici di contagio e Rt. Il SARS-CoV-2 è entrato nelle nostre vite stressando la capacità di risposta delle strutture sanitarie e ci ha fatto capire che la precoce individuazione dei casi, la rapidità dei test diagnostici, la permanenza a domicilio per quarantena o isolamento dipende fortemente dall’organizzazione territoriale presente nei diversi contesti regionali (e qui ci sarebbe molto da dire). Pertanto è necessario rafforzare la rete dei servizi territoriali per ridurre la necessità di ricovero ospedaliero e il conseguente sovraccarico dei servizi ospedalieri.
Ancora oggi sentiamo di situazioni di difficoltà nel garantire l’assistenza territoriale a tutte le persone che necessitano di percorsi diagnostici e terapeutici connessi all’emergenza COVID-19, nel fornire indicazioni operative volte ad identificare e prendere in carico precocemente i pazienti con sospetta COVID-19, garantire la sorveglianza sanitaria e l’assistenza delle persone fragili in quanto più esposte al rischio e necessitanti di una implementata presa in carico.
Stiamo procedendo sempre più speditamente con la campagna vaccinale ma non dobbiamo trascurare i tanti che ancora oggi contraggono il virus. Il trattamento precoce delle infezioni ha valenza preventiva rispetto al ricovero in terapia intensiva e sub intensiva quindi bisogna favorire le terapie domiciliari precoci e l’utilizzo di anticorpi monoclonali (che finalmente sono disponibili nel nostro Paese anche grazie all’impegno della mia collega Castellone e del sottosegretario Sileri). Inoltre bisogna garantire la presa in carico territoriale delle persone dimesse dal ricovero ospedaliero, istituendo un corretto percorso di continuità ospedale-territorio, con l’obiettivo di migliorarne l’appropriatezza offrendo assistenza alla persona ed evitando che questo passaggio diventi occasione di contagio, un percorso che poi deve restare e diventare uno dei pilastri di un rinnovato sistema sanitario, come diciamo da tempo.
Purtroppo affrontare la pandemia ha comportato la riduzione delle attività ordinarie e una diminuzione dell’assistenza rivolta alle persone con patologie croniche, spesso multiple, aumentandone la condizione di fragilità. Pertanto, garantire la funzionalità dell’intera rete dei servizi territoriali, soprattutto quelli rivolti alle persone più fragili, è un impegno di carattere etico e di rinnovamento culturale, oltre che organizzativo, e rappresenta una responsabilità di sanità pubblica che assume particolare rilevanza nel corso dell’attuale emergenza sanitaria.
Per tutte queste ragioni con la nostra mozione chiediamo che siano aggiornati protocolli e linee guida per la presa in carico domiciliare da parte di Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta e medici del territorio, dei pazienti COVID-19; Che sia istituito un Tavolo di monitoraggio ministeriale, in cui siano rappresentate tutte le professionalità coinvolte nei percorsi di assistenza territoriale,
Insomma Lo diciamo da sempre, l’assistenza domiciliare, la medicina territoriale sono punti fondamentali per migliorare il nostro servizio sanitario nazionale. Nel parere al piano nazionale di ripresa e resilienza lo abbiamo evidenziato, abbiamo chiesto che si punti davvero su una medicina incentrata sul paziente e i suoi bisogni, sulla persona e non sulla malattia. Oggi chiediamo la stessa cosa. I malati Covid-19 devono essere assistiti nel migliore dei modi già nelle loro case, perché solo intervenendo in tempo e nel modo più giusto riusciremo a diminuire i ricoveri e scongiurare il peggioramento della malattia con il successivo e drammatico ingresso in terapia intensiva. Solo così riusciremo ad alleggerire i nostri ospedali e, piano piano, complici i vaccini, tornare gradualmente alla socialità con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista sanitario, economico e umano.