Aosta-Brissogne,
le criticità del carcere

Nel corso della visita di oggi alla casa circondariale ho rilevato accettabili condizioni igieniche e di vivibilità, ma mancano gli educatori 

La delegazione in visita alla casa circondariale Aosta-Brissogne
La delegazione in visita alla casa circondariale Aosta-Brissogne

Torino, 2 febbraio 2024 – Questa mattina ho partecipato a una visita straordinaria alla casa circondariale di Aosta-Brissogne, organizzata dall’associazione “Nessuno tocchi Caino” per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni delle carceri e per sollecitare il governo a prendere provvedimenti che migliorino le condizioni di vita della comunità penitenziaria.
Per quanto ho potuto constatare la casa circondariale di Aosta, una piccola struttura risalente agli Anni ’80, è stata sottoposta a recenti lavori di ristrutturazione, ma avrebbe necessità di ulteriori opere di manutenzione. Ciascun detenuto ha una cella e non vi è sovraffollamento come in altre carceri. Sono infatti 122 i detenuti, su una capienza di 187 posti. Sembrano quindi esserci accettabili condizioni igieniche e di vivibilità. Il carcere è diretto da una nuova giovane direttrice che sta impiegando tutte le energie possibili. Purtroppo è costretta a far fronte a scarse risorse economiche e a personale ridotto. Per il numero di detenuti dovrebbero infatti essere presenti almeno 16 educatori, ma sono in servizio soltanto due operatori, uno dei quali prossimo alla pensione, dopo 40 anni di servizio. Questo riduce i colloqui con i detenuti, che dovrebbero essere invece seguiti di frequente. La mia impressione è stata di un clima buono, anche per come si sono posti i detenuti, incontrati con la direttrice. Non abbiamo visto infatti situazioni di tensione particolare. Sulla parte rieducativa e sulle prospettive c’è invece molto da lavorare.
Ho trovato infatti una difficile situazione di assenza di personale per corsi, attività e iniziative strutturate. Secondo una recente sentenza della Corte costituzionale i detenuti che non sono ad alta pericolosità potranno essere ammessi a svolgere i colloqui con il partner in luoghi adeguati, senza il controllo a vista del personale di custodia. Dall’incontro con la direttrice del carcere emerge altresì un’attiva collaborazione tra le istituzioni e con la Regione Val d’Aosta. L’iniziativa di “Nessuno tocchi Caino” dal titolo “Carceri: ora più che mai” è stata organizzata in collaborazione con Movimento forense, Unione Camere penali italiane – Camera penale Vittorio Chiusano del Piemonte occidentale e della Valle d’Aosta, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte. Il programma ha previsto una visita il 2 febbraio alla Casa circondariale di Brissogne-Aosta e una il 1 febbraio al “Lorusso e Cutugno” di Torino, carcere le cui condizioni sono risultate di gran lunga più problematiche.


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