La mia dichiarazione di voto sul Decreto Calabria: con questo decreto facciamo un passo avanti e forniamo gli strumenti affinché tutto quello che a un abitante di Bologna sembra normale da domani lo sia anche per un cittadino di Crotone
Il commissariamento della sanità calabrese ha radici lontane e si protrae da 11 anni. Nonostante gli sforzi fatti fino a oggi, i risultati ottenuti sono piuttosto scadenti anche se i cittadini calabresi stanno pagando da anni per gli errori di chi li ha amministrati.
Senza andare lontano vi leggo alcuni stralci della relazione redatta dal magistrato Stefania Anna Dorigo in occasione della teleconferenza della Corte dei Conti sul Giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Calabria:
“per l’esercizio finanziario 2019: «Il deficit sanitario a cui dare copertura si è ridotto in valore assoluto di soli 6,291 milioni di euro circa (passando da 104,304 milioni al 31.12.2009 a € 98,013 milioni al 31.12.2019)».”
“gli abitanti della Calabria stanno da dieci anni colmando una voragine finanziaria che cresce e si alimenta di anno in anno. A fronte di questi ‘sacrifici finanziari’, i medesimi cittadini non godono però di servizi sanitari adeguati. Rammento – ha ricordato Dorigo – che i Livelli essenziali assistenziali (Lea) sono giudicati adeguati quando raggiungono un punteggio di 160 o un livello compreso fra 140 e 160 in assenza di criticità. Ebbene, dopo molti anni, solo nel 2018 la Regione Calabria parrebbe aver raggiunto un punteggio complessivo adeguato (162), che comunque tradisce ancora numerose anomalie, come screening oncologici inadeguati e scarsità di posti letto»”
La Sanità in Calabria continua a essere una vera e propria voragine e i commissari che si sono succeduti, che, è bene ricordarlo, erano stati chiamati quale compito originario a risanare proprio gli aspetti finanziari del settore, malgrado 18 ospedali chiusi, blocco del turn over e tagli indiscriminati non hanno raggiunto alcun obiettivo significativo consegnando all’emergenza pandemica del Coronavirus Covid-19 una sanità già “in terapia intensiva”.
La gestione “anomala” della sanità calabrese, per la Corte dei conti, risiede nella gestione dei contenziosi: «Le Aziende Sanitarie della Regione hanno pagato, per interessi e spese legali – scrive il presidente della sezione Calabria, Vincenzo Lo Presti – nell’esercizio 2018, la somma di oltre 23 milioni di euro, nell’esercizio 2019, la somma di oltre 32 milioni di euro. Appare evidente, che, se i pagamenti fossero stati tempestivi, tali somme, complessivamente oltre 55 milioni di euro, avrebbero potuto, essere destinate a incrementare le prestazioni sanitarie piuttosto che, come avvenuto, a compensare i creditori, per il ritardo nel pagamento dei loro crediti».
Questo per quanto attiene solo alla mala gestione, ma c’è molto altro, due Asp commissariate per infiltrazioni mafiose (quella di Catanzaro e quella di Reggio Calabria) e un’inchiesta che ha portato ad arresti nei vertici dell’Azienda ospedaliera di Cosenza con accuse di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale e abuso d’ufficio.
Il decreto di scioglimento dell’Asp Reggina parla di presenza di parenti di personaggi di spicco della malavita organizzata, pregiudicati con incarichi nella stessa azienda, mancanza di procedimenti regolari nell’affidamento di appalti e lavori, mancata vigilanza sul patrimonio immobiliare. Un elenco lungo e dettagliato di ipotesi di reato che rivelano una situazione molto compromessa che ha portato al commissariamento dell’Ente.
Nelle intercettazioni in merito all’azienda ospedaliera di Cosenza si parla di una tangente da centinaia di migliaia di euro e dalle indagini emergono 177 mila ore di lavoro retribuite e mai effettuate, a fronte di ore reali effettuate inferiori anche alle 132 mila minime annue previste dal capitolato d’appalto.
Poi c’è il presidente del Consiglio regionale della Calabria Domenico Tallini coinvolto nell’inchiesta sul business dei farmaci della cosca Grande Aracri di Cutro. Tallini è stato posto agli arresti domiciliari, accusato dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. Secondo l’accusa, i rapporti di Domenico Tallini con la cosca Grande Aracri avrebbero riguardato la costituzione di una società, con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie.
Tallini avrebbe fornito supporto alla cosca, specie nella fase di avvio del progetto e il suo intervento, secondo quanto riferiscono i carabinieri, sarebbe stato ricambiato anche con il sostegno della cosca alle elezioni regionali del novembre 2014. Il contributo del politico sarebbe stato decisivo per favorire e accelerare l’iter burocratico iniziale per ottenere le necessarie autorizzazioni per la costituzione della società per la distribuzione di medicinali.
E mi sono limitata alla cronaca degli ultimi mesi… quanto ci vorrà per rimediare a tutto questo sfacelo? Non poco, infatti non sono bastati i 18 mesi di commissariamento precedente e i poteri dati, quindi c’è bisogno di altro tempo e ulteriori strumenti e li mettiamo a disposizione in questo decreto.
Il neocommissario Guido Longo, avrà molto da fare ed è partito col piede giusto, ha già messo in luce annosi problemi, disordine contabile, economico e finanziario. Mancano addirittura documenti relativi all’adozione dei bilanci, 2018 per l’Asp di Cosenza e addirittura dal 2013 al 2017 per quella di Reggio Calabria (vero buco nero della sanità calabrese) e lui ha chiesto dettagliate relazioni su queste carenze, da produrre in tempi brevissimi.
I cittadini calabresi meritano di più, meritano ospedali funzionanti e puliti, forniti di tutto il necessario e personale in numero adeguato. Il personale sanitario merita di lavorare nelle giuste condizioni per poter svolgere attività così importanti e delicate. I malati meritano di trovare risposte e cure vicino casa, senza bisogno di dover migrare lontano.
Con questo decreto facciamo un passo avanti e forniamo gli strumenti affinché tutto quello che a un abitante di Bologna sembra normale da domani lo sia anche per un cittadino di Crotone. Ma la cattiva gestione, per non dire altro, è così diffusa e radicata che un uomo solo, un Longo, potrebbe non bastare. C’è bisogno che i calabresi onesti (che sono una maggioranza silenziosa) facciano squadra insieme a lui, che si ribellino finalmente a quello che sembra un destino ineluttabile.
Noi facciamo tutto il possibile anche votando si a questo provvedimento, voi ricordatevi di chi ha ridotto in questo stato la vostra sanità, il MoVimento 5 Stelle da quando è al governo ha invertito la rotta dei tagli che si sono susseguiti negli anni. Ma non solo. Perché questo decreto è la prosecuzione di quanto abbiamo già iniziato con la ministra Giulia Grillo. E anche in questo decreto si parla di risorse perché il ministero della Salute potrà autorizzare il commissario ad acta ad adottare un piano di assunzione straordinario di personale medico, sanitario e socio-sanitario, anche per il settore dell’emergenza-urgenza, facendo ricorso innanzitutto agli idonei delle graduatorie in vigore, con una spesa di 12 milioni di euro annui a decorrere dal 2021. Oggi tutti si riempiono la bocca parlando di risorse da dare alla sanità, ma abbiamo visto che negli ultimi dieci anni i governi che si sono succeduti hanno tagliato circa 37 miliardi. Alla sanità non serve propaganda, servono politiche di investimento, programmazione, la garanzia di servizi che arriveranno ai cittadini. Attraverso il potenziamento della medicina territoriale, attraverso il potenziamento del pubblico, attraverso una gestione che certamente non può essere a velocità diverse, come abbiamo visto anche in questi mesi. Motivo per cui il prossimo passo sarà ripensare quel titolo V della Costituzione per poter finalmente dare a ogni cittadino italiano le stesse possibilità di cura.