Sanità: il Mes non è la panacea

Il governo ha stanziato oltre 5 miliardi dall’inizio dell’emergenza. Una cifra che per la sanità non si era mai vista: fondi per le assunzioni, per le terapie intensive, per il contact tracing, per le Usca. Ma a fronte di tutto questo purtroppo stiamo pagando dei ritardi 


Non tutte le Regioni infatti stanno impiegando le risorse messe a disposizione e nel frattempo sentiamo parlare del Mes come panacea di tutti i mali. Non è così.
In questi mesi tutti i limiti della riforma del Titolo V della Costituzione sono drammaticamente venuti a galla: dalla situazione lombarda che negli anni ha depotenziato il pubblico in favore dei privati, alla Campania e alla Calabria dove la sanità paga dei ritardi atavici, all’Umbria dove la giunta Tesei sembra voler intraprendere la strada lombarda nel potenziamento dei privati. In questo quadro si inserisce l’emergenza Covid-19.

Da un lato quindi c’è il Governo che ha stanziato risorse che ancora si fatica a spendere a causa di alcune inefficienze regionali. Dall’altra c’è chi chiede a gran voce di usare il Mes che però – cosa ribadita dal ministro Gualtieri – non servirebbe per nuove spese, per nuove strutture e ospedali, ma solo per pagare ciò che ci si è già impegnati a finanziare, nel caso in cui l’Italia si trovasse in crisi di liquidità. Cosa inesistente, ha ricordato lo stesso ministro, visto l’enorme successo di tutte le aste dei nostri titoli di Stato, che nelle scadenze più brevi pagano addirittura interessi negativi.

Le Regioni oggi hanno i fondi necessari e ne arriveranno altri: nella legge di Bilancio ci sono 4 miliardi per la sanità. Ma a fronte di tutto questo, i posti letto in terapia intensiva dovevano passare da 5.179 a 8.679 e sono fermi a 6.628, il personale che andava assunto per il tracciamento è stato aumentato di pochissime unità rispetto al necessario. Stessa cosa è accaduta per le Usca (le Unità speciali di continuità assistenziale che garantiscono l’assistenza dei pazienti affetti da Covic-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero) che sembrerebbero essere la metà di quelle previste. Questo Governo sta facendo il possibile per sopperire alla mancata programmazione, ai fondi che sono stati tagliati negli anni, alle lacune del regionalismo sanitario ma è davvero necessario che le Regioni inadempienti si attivino il più possibile. Non c’è più tempo da perdere.

Elisa Pirro


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